La Dama in Nero, il mistero di Ischia illustrato da Angela Impagliazzo

ANGELA IMPAGLIAZZO CON LE SUE ILLUSTRAZIONI DENTRO IL MISTERO DELLA “DAMA IN NERO”. 

QUELLA STORIA DI CRONACA NERA CHE SCONVOLSE L'ISOLA D' ISCHIA DEGLI ANNI '50 CON LA SCOPERTA DI UN CADAVERE SENZA NOME SULLA SPIAGGIA DELLA FUNDERA NEL COMUNE DI CASAMICCIOLA TERME.


I cultori del noir cercano ancora  risposta ad un caso di omicidio (o suicidio ?) che accadde nel 1953 sull' isola d'Ischia. A sera inoltrata, protagonista della macabra storia una donna senza identità, vestita di nero per cui fu identificata dalle cronache dell'epoca come la "Dama in Nero". La Dama in Nero è stata una triste pagina di cronaca nera che sconvolse l’isola d’ Ischia degli anni '50; un caso irrisolto a metà tra il genere giallo e il noir che ancora oggi,  solleva molti dubbi e domande senza risposte.

 1° ottobre 1953 il corpo una donna ignota, senza nome, priva di vita fu  rinvenuto in circostanze misteriose sulla spiaggia della Fundera, nel comune di Casamicciola Terme, lasciando dietro di sé ombre, sospetti e segreti che ora riposano tragicamente al cimitero di Lacco Ameno in una fossa comune. La domanda che tutti si pongono è chi sia stata questa donna giunta sull’isola di cui non si seppe mai il  nome poiché al  ritrovamento del corpo la poveretta non possedeva più i suoi effetti personali, borsone, borsa, collanina e orologio, ovviamente trafugati, al momento del delitto dal suo aggressore? O da qualche passante senza scrupoli?  La tragica vicenda ebbe il suo triste epilogo sulla spiaggia della Fundera, una delle più belle spiagge di Casamicciola,  proprio su questa sabbia  il cadavere della misteriosa Dama in Nero fu ritrovato da due donne del posto dopo le ore 22.00.



 Il misterioso caso andò subito alla ribalta dei vari quotidiani e settimanali nazionali e locali dell'epoca. Da una stentata ricostruzione dei fatti, raccolti dai pochi che avevano incontrato la Dama in Nero, si evinse che la donna arrivò ad Ischia a bordo di un vaporetto  proveniente da Napoli il 1° ottobre verso le ore 17.30


 Durante il viaggio si intrattenne in amabile conversazione con due giovani ischitani che la descrissero come una dama dotata di grande classe, vestita bene ma in condizioni disagiate (facendo notare le scarpe risuolate e il cinturino dell’orologio logoro). Secondo le indiscrezioni dell’epoca, durante la conversazione, la donna misteriosa accennò alla sua biografia, dichiarando di avere origini inglesi se pure nata a Bolzano e sposata con un americano. Scesa dal vaporetto, arrivò nel porto dove venne condotta da uno dei due giovani a far visita al Castello Aragonese;


 successivamente, verso le 19.20 il ragazzo e la donna in nero si congedarono a Casamicciola, davanti ad un bar dove  dove la dama si intrattenne. Chiacchierò con  la barista del posto a cui disse di avere un appuntamento fissato alle 22.00 e chiese alla signora se avesse visto in giro un uomo con i baffi e vestito di grigio.

Alle 21.00, l’ignota e sempre più misteriosa Dama in Nero noleggiò una carrozzella per una "passeggiata" a Lacco Ameno, altro comune dell'isola d'Ischia. L’occhio vigile del vetturino notò una borsa e una piccola valigia.

 Alle 20.30 lasciata la carrozzella, da Lacco Ameno, la donna si dirige da sola verso Casamicciola e con evidente impazienza chiede l’ora a due giovani incontrati lungo il cammino (nonostante avesse il suo orologio da polso), erano le 21.15...

 Alle 22,00 il triste epilogo: due donne del posto trovarono  il corpo esanime di una sconosciuta, sulla spiaggia casamicciolese della Fundera. Sparite borsa, valigia, collanina e orologio!


 Il quotidiano Il Roma in “Cronaca di Napoli’ del 15 ottobre 1953, riportava la notizia di omicidio certo, avendo appurato sui gomiti della donna in nero delle abrasioni che facevano supporre ad un trascinamento sulla sabbia. Il cronista corrispondente di Ischia Pino Buono dichiarò che fu riscontrato un colpo al basso ventre che le avrebbe causato una emorragia interna e condotta alla morte.   Si parlò anche dell’ipotesi suicidio, la La Stampa di Torino che il 28 ottobre dello stesso anno, invece dichiarò di 38 pillole di sonnifero Lepetit trovate nel corso dell’autopsia (?) nello stomaco della donna misteriosa.  Delle analisi si disse venne riscontrata la presenza di acqua nei polmoni, mentre fu scartata qualsiasi altra ipotesi di violenza. Il caso fu archiviato velocemente tra dubbi, supposizioni sommarie e indagini confuse e superficiali. Il nome della Dama in Nero non venne mai fuori, lasciando tanti interrogativi. Non furono ritrovati più la borsa e la valigia, ne la collanina d’oro che i pochi testimoni giurarono di aver visto. E poi chi era l’uomo con i baffi  vestito di grigio con cui la donna aveva appuntamento? Misteri e sospetti rimasti irrisolti;  la spiaggia non fu analizzata per cercare eventuali prove, le foto fatte al cadavere risultarono  sfocate e inadatte ad un eventuale riconoscimento ed inoltre non vennero rilevate impronte digitali.   Insomma, che storia aveva da raccontare la Dama in Nero? Ma soprattutto perché nessuno ha mai denunciato la scomparsa o reclamato il corpo?  Fu seppellita di fretta, in una tomba anonima nel cimitero di Lacco Ameno caratterizzata da una croce intagliata nel legno che curiosamente recava la sigla “D. N. Qui giace la Dama in Nero" ed in seguito  i suoi resti furono disposti in un ossario. Questo caso non poteva che suscitare una leggenda locale, quello del fantasma della Dama in Nero dove in alcune notti o alle prime luci dell’alba appare sulla spiaggia della Fundera   la sagoma di una bellissima donna vestita di nero che passeggia scalza in riva al mare senza lasciare  orme.



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